A volte la conferma che non è la serata giusta arriva da piccoli dettagli.
Comincia tutto con un piccolo segreto
Comincia tutto con un piccolo segreto. Al quale se ne aggiunge un altro. E poi un altro ancora.
I segreti, si sa, devono rimanere nascosti, e allora scavano una tana. Sempre più grande, sempre più profonda.
Un giorno ci si accorge che questi segreti sono diventati un gregge di pecore ruminanti. Vivi. Ogni giorno più numerosi. Si strofinano l’uno contro l’altro e si riparano a vicenda dalle intemperie, ben attenti a non uscire dal loro recinto invisibile. Ma clandestinamente cospirano. Tramano.
Sognano di tornare in superficie, liberi di pascolare alla luce del sole. Servirebbe soltanto un invito, una piccola mulattiera che ne favorisca la risalita.
Quella strada ha un nome: si chiama fiducia.
Il millepiedi e il rospo
C’era una volta un millepiedi che era bravissimo a ballare con tutti i suoi mille piedi. Quando danzava, gli animali si radunavano nel bosco per ammirarlo e tutti erano molto impressionati dalla sua abilità. Ma c’era anche un animale cui non piaceva che il millepiedi ballasse. Era un rospo.
Tra sonno e veglia
Zampetto come un criceto nella propria gabbia, avanti e indietro in uno spazio angusto. Bloccato da una parete di plastica, oscillo tra la ruota e un riparo.
Oggi sono un padre in sala d’attesa, un urlo strozzato in gola, un pugno stretto in tasca. Un respiro corto, un sentimento non ricambiato. Un’opera incompiuta.
Mi sento come se il tempo, fuori e dentro me, scorresse con due flussi differenti: fuori, il fiume in piena che trascina e travolge tutto ciò che trova sulla sua via. Dentro, un rigagnolo d’acqua che vede il mare vicino, ma fatica ad avanzare e non riesce a raggiungerlo.
Come si doma, il tempo? Come si comanda alle acque?
Quanto si può vivere, aspettando?
Perché no?
Perché non credere che quella canzone sia stata composta per te
O quella parola indirizzata proprio alla tua anima
E quel leggero petalo di colore, dipinto sull’idea della tua voce
Il solo pensiero porterà con sé un sorriso
Inebriati di quel momento e fanne tesoro
Anche quando i tuoi occhi saranno ciechi e i tuoi orecchi sordi
J
Ponti
A non trattenere i pensieri ci si abitua, è tutta questione di allenamento e di motivazione. Se ci sei riuscito ‘quella volta‘, non farai fatica a ripeterti, conosci le istruzioni operative e sai come metterle in pratica.
A volte, malauguratamente, lasciare andare risulta invece più difficile.
Il Cantastorie

Vidi per la prima volta questo quadro in un momento molto particolare della mia vita. Ero fragile, molto più di ora, in cerca di qualsiasi cosa mi potesse riconciliare con me stesso ed il mondo esterno.
“Gerolamo Induno – Sciancato che suona il mandolino (Il cantastorie), 1852”. Così recitava la piccola targa posta sotto l’opera, sistemata in una stanza anonima, illuminata da luci altrettanto anonime.
La ritenni un’ingiustizia, quel dipinto era molto più espressivo di altre croste a cui era stata riservata un’enfasi ingiustificata.
Una fuga un po’ amara
Questa mattina un po’ ti ho invidiato, sai?
Avrei voluto rimanere lì, accanto a te
Rannicchiato con la testa sul cuscino ancora caldo
Con i pensieri ben chiusi fuori dalla porta
Ed i sogni a prenderne il posto
Avrei voluto restare ad ascoltare i tuoi respiri terapeutici
Mentre il tuo calore mi scaldava dal freddo del buio
Ho cercato di fare il minor rumore possibile, per non svegliarti
Una carezza fugace e poi sono sgattaiolato fuori dalla porta
E chissà cosa penserai, non trovandomi al risveglio
Ti ricorderai di me e del mio profumo?
Non possiamo stare insieme, lo sai, c’è lui
Ma ci saranno altre volte, te lo prometto
Perché io ho bisogno di te
J

Soma.tizzare
Somatizzare: trasformare impulsi o conflitti psichici inconsci in disturbi di tipo organico e funzionale.
Che fregatura. Non bastava il dolore fisico. Non bastava nemmeno quello psichico. Eh no, non vorremo mica privarci di cotanta grazia, un bel mix di pensieri e sensazioni dolorose. Fisiche. Quelle che ti appesantiscono il respiro.
Pareti sottili
Sento auguri di buon anno farsi eco, da un capo all’altro del telefono posto dietro la parete della mia camera da letto. Una signora non più giovane ma ancora piacente, con un sorriso che racconta molto più dei suoi modi gentili e degli abiti che si adattano alla stagione della vita che sta vivendo.
L’Ennemi
‘I Fiori del Male‘ di Baudelaire è un’ottima compagnia una tantum, da sfogliare con calma, quando si ha attenzione da dedicarle.
Volevo condividere con voi una piccola perla, e per i non francofoni (come moi) ho messo in calce la traduzione della mia edizione super economica…
***
L’Ennemi
Ma jeunesse ne fut qu’un ténébreux orage,
Traversé çà et là par de brillants soleils;
Le tonnerre et la pluie ont fait un tel ravage,
Qu’il reste en mon jardin bien peu de fruits vermeils.
Voilà que j’ai touché l’automne des idées,
Et qu’il faut employer la pelle et les râteaux
Pour rassembler à neuf les terres inondées,
Où l’eau creuse des trous grands comme des tombeaux.
Et qui sait si les fleurs nouvelles que je rêve
Trouveront dans ce sol lavé comme une grève
Le mystique aliment qui ferait leur vigueur?
— Ô douleur! ô douleur! Le Temps mange la vie,
Et l’obscur Ennemi qui nous ronge le coeur
Du sang que nous perdons croît et se fortifie!
C. Baudelaire
Il Nemico
Fu la mia giovinezza una tempesta oscura,
Qua e là attraversata da brillanti soli,
Poi tuoni e piogge hanno devastato tutto
E il mio giardino ora non ha che qualche frutto rosso.
Eccomi ora nell’autunno dei pensieri,
Adopero il badile ed il rastrello
Rassodo la terra tra buche enormi,
Come tombe scavate dall’acqua del diluvio.
Forse, chissà, i nuovi fiori che sogno Troveranno nella terra lavata come un greto
Il mistico alimento che gli darà forza?
– O dolore! o dolore! La vita se la mangia il Tempo,
E l’oscuro Nemico che ci rode il cuore
Cresce e si rafforza col sangue che perdiamo!
In cerca di un riparo
Vorrei fare l’amore così
Senza preamboli
Senza senso
Senza un motivo
Senza corteggiamento
–
Senza parole
Senza capire
Senza chiedersi
Senza pensare
Senza freni
–
Accendermi in uno sguardo d’intesa
Nella sua nudità sensuale
Velata di solo istinto
E in quello stesso sguardo
Raccogliermi al riparo
J
Quando si dice la coerenza…
E così quest’anno finisce coerente a sé stesso: un allegro conglomerato di polifosfati organici anfibi.
Certo… non mi aspettavo cenoni in sale imperiali con tanto di ricchi premi e cotillons, ma nemmeno un conto alla rovescia in attesa del risultato del tampone. Cosa mi suggerite di fare per festeggiare? Stappare una nuova boccetta di igienizzante? Mangiare una confezione di paracetamolo?
Giuro che al primo “ti auguro che il 2021 sia un anno positivo” io sbotto!
Le mie narici sono rimaste traumatizzate da questo 2020, conosco cocainomani con nasi meno usurati. Purtroppo c’è poco da fare, si può solo inseguire e contenere.
Certo… proprio oggi che avevo dato la disponibilità ad essere vaccinato. Ma quanto sa essere sarcastica quella stronza della vita?
Però…
Anni fa – tanti anni fa, per la precisione – mi ‘regalarono’ un aforisma di H.Hesse che mi piace portare sempre con me e recita:
“Amare il Mondo e la Vita, amare anche sotto tortura, accogliere con gratitudine ogni raggio di sole, e anche nel dolore non disimparare completamente il sorriso”
Fatene una legge, vi prego.
J
Processi
Vorrei poggiare la guancia al tuo ventre
E rimanere in silenzio
Ad ascoltare il respiro del mondo
Chiudendo gli occhi per un secondo
Al riparo di un sogno d’assenzio
Che sembra avermi cullato da sempre
Il passato ritorna e pretende
Attenzioni e rivendica il regno
Il suo assegno di mantenimento
Non presto più cure a quel tempo
(Come pena ad un essere indegno)
Che – in adinato – al tempo si arrende
J
Per quest’anno, niente capann…ello
– Guarda dove siamo finiti! Mi viene da piangere!
– Lo so, non fare così… hai visto anche tu che tutte le strutture ricettive erano chiuse
– Certo che ho visto, so benissimo che è un brutto momento
– Siamo già stati fortunati che nessun soldato ci abbia visto girovagare in piena notte
– Già… E così anche i Magi non verranno?
– Eh no, non possono, sono in tre. E poi hanno bloccato la circolazione delle merci dai Paesi stranieri
– Quindi per quest’anno niente doni?
– Dicono che spediranno con corriere espresso: mascherine, gel igienizzante e guanti in lattice. Lo scorso anno era andata decisamente meglio.
– E i pastori? I pastori, se vengono da soli o al massimo con una pecora a testa, potrebbero…
– No, nemmeno loro arriveranno, non possono muoversi verso il capoluogo. L’editto parla chiaro
– Ma allora che ne sarà del mulino con le sue luci colorate e la ruota che gira… e del fabbro che brandisce il suo martello sopra la forgia… e del falegname con la sua bottega?
– Tutto chiuso per decreto. Poveri artigiani
– Anche il vinaio?
– Soprattutto il vinaio! La gente accorerebbe in massa alla sua locanda, se ne avesse la possibilità
– Almeno il bue e l’asinello, indossando la mascherina e tutti i dispositivi di protezione individuale, potranno assisterci?
– Servirebbe l’autocertificazione per motivi di lavoro, vediamo cosa si può fare. E comunque saremo già in troppi, non possiamo creare assembramento all’interno della capanna, non vorrai rischiare una persecuzione!
– Sì, hai ragione, dobbiamo stare attenti
– Vedrai, sarà comunque un bel Natale, te lo prometto. Ora vado a fare una passeggiata tra il muschio, intorno alla capanna.
Rientrerò prima del coprifuoco. Nel caso avessi bisogno, mi trovi tra i sassolini del vialetto
A chi crede in questa festa auguro un Buon Natale, questa situazione soffocante regala l’opportunità di ricordarvi come rendere queste giornate davvero importanti, senza l’ausilio dei soliti effetti speciali.
A chi non ci crede auguro comunque tanta serenità, spero per tutti che questo periodo possa servire a rallentare il passo, prendersi cura di sé stessi e guardare il mondo con occhi più curiosi e meno giudicanti.
Un abbraccio (almeno a Natale e almeno virtuale, lasciatemelo fare)
J
Hanami, Sakura, Yohiro: samurai coraggiosi che sperano nella rinascita
Eccomi a segnalarvi un’altra collaborazione a quattro mani con Virtuosamente, sul suo blog troverete taaante altre cose interessanti.
Fossi in voi ci farei un salto… 😉
J
In un’altra vita doveva essere stata un gatto perché le piaceva arrampicarsi, su su fino alla cima per provare l’ebbrezza dell’altitudine. Poteva guardare il mondo procedere con tutte le sue imperfezioni, che dall’alto sembravano disegnare delle trame meravigliose. Nel tempo, però, aveva trovato un albero che era diventato il suo rifugio sicuro. Era un maestoso […]
Hanami, Sakura, Yohiro: samurai coraggiosi che sperano nella rinascita
Malkavian
Quando buio e chiarore si confondono
Sento la necessità farsi piacere e viceversa
Ascoltare parole che lente cadono come miele dal cucchiaio
Guardare i prati riposare sotto la loro coperta nebulosa
Restare al riparo da ciò che assorbe energie con immotivata avidità
Prendere strade meno battute per evitare il traffico
Leggere di luoghi e personaggi fuori dal tempo
Sognare ad occhi aperti
Ridere di cuore
Innamorarmi
Andarmene
Lontano
J
Non-line
Dunque, ricapitoliamo la amena giornatina di oggi scandita dagli acquisti online:
Regalo di Natale per mio nipote: perso in aeroporto in Spagna.
Ce lo vedo, felice e giocondo (il regalo, non mio nipote) che rotola sulle piste di rollaggio, facendo lo slalom tra una valigia caduta dal carrello e un trolley gonfio di cocaina pura made in Colombia, al grido di “olé!” e “vamos!”
Fortunatamente sono stati celeri nel segnalarmelo, dopo due settimane di nulla cosmico ho dovuto attendere solo altri 7 (sette) giorni per sentirmi dire “maaahhhh… booohhh… cioé… mi sa che l’abbiamo perso. (MI SA?!?!? ndJ) Rivuoi i soldi?”
Nooo. Certo che nooooo. Anzi, sai cosa faccio? Dirò una bella preghierina perché il Signore si occupi dall’anima… de li m*@$!@%i tua!
Altro regalo, IL MIO REGALO: quello che aspettavo con la stessa luce negli occhi delle cimici che aspettano Ottobre, quello che bramavo da 7 (sette) infiniti anni e non avevo mai avuto occasione di concedermi.
Perso. Anzi, disperso anche quello, sul retro di un furgone Nexive vagabondo nella nebbia padana. E spero per il corriere che rimanga vagabondo per il resto dei suoi giorni, altrimenti gli spiegherò a modo mio perché è scorretto giustificarsi con “eh, ma non c’era nessuno ad aprire!” quando ho chiesto di consegnare ad una portineria H24. In cui ero malauguratamente presente all’orario del presunto tentativo.
Signore dammi la pazienza, perché se mi dai la forza guarda…
Decisi allora di consolarmi con il cibo: sì, avete indovinato.
Stessa sorte infausta dei suoi predecessori, anch’egli disperso nei vicoli della città, “tra la nebbia e la follia”, forse ostaggio di un cubo che in questo momento sta attraversando il Glovo terracqueo.
Purtroppo, non essendo mercoledì, non ho potuto invocare l’aiuto di Federica Sciarelli e del suo ‘Chi l’ha visto?’
Dovendo agire da solo ho incolpato quindi il fuso orario del fatto che mi abbiano comunicato con soli 32 minuti di ritardo l’annullamento dell’ordine e la scomparsa prematura (ma meritatissima) del rider.
“Che il Signore lo accolga con la stessa gioia con la quale noi glielo mandiamo”.
Tutto ciò mi lascia fame di giustizia. E non solo quella.
Ora chiedetemi ancora perché ingrasso volentieri Mr. Bezos…
J
E intanto il Tempo…
– Se c’è una cosa che non mi manca è il tempo.
– Davvero ne hai tanto?
– Tanto che mi piacerebbe dartene un po’, e farti dormire lí dentro.
Murakami Haruki
Ode alla saggezza
“L’è no che te se stüpid, l’è che quei ‘nteligènt i’en fai divers”
(Non è che sei stupido, è che quelli intelligenti sono fatti diversamente)
– Nonno Pino –
Ah, la saggezza.