Insomnia

Questa notte si è ripresentato uno dei miei -non così poco frequenti- attacchi di insonnia.
Una persona normale avrebbe cercato di riaddormentarsi, io invece ho avuto questa visione mistica.
Chiedo scusa in anticipo alla Crusca, ai puristi e a tutti gli studiosi della nostra bella lingua romanza.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura
Ché insonne notte guida queste dita.

Ahi quanto a dir disagio è cosa dura
Codesta condizione non sognante
Che fece proferir parola impura

Avanti che lo gallo fu cantante.
Turbato tra la noia e li pensieri
Financo a scomodar Maestro Dante

Pur non scindendo più l’oggi dal ieri
Ecco lo mio lamento in bello stile
Ma giudici, non siate sì severi

Or quando potrei essere scurrile
Non mio ‘l torto deve ricadere
Ma in petto a Morfeo, fattosi ostile.

Dicon “non fu mai scritto un bel tacere”
Fu forse perché mai mancò ad Aedo
Enzima che del sonno v’è foriere.

Di star in branda più ragion non vedo
La meretrice sveglia suona lesta
E impreco anche gli Dèi in cui non credo.

Mi leverò con andatura mesta
In volto le fattezze di un non-morto
Raduno dignità -o quel che ne resta!-

Arabica miscela dà conforto
Per cominciar lo primo dì semàno
Che provoca livor, ragion o torto.

Bramando non guidare contromano
Desiderato dal mestier che impelle
Mi armai di grande speme e cuore in mano

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

J